Fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


«Capisco l’amarezza dato che in questa fase del campionato la posta in palio è molto alta, ma il mio compito è vigilare. Non posso interferire con l’operato degli arbitri». A parlare è il presidente Gabriele Gravina della Lega Pro, che abbiamo interpellato telefonicamente sulle proteste del Padova in merito a una serie di decisioni arbitrali penalizzanti, le ultime delle quali nella trasferta con il Cuneo. «La settimana scorsa ho avuto un incontro con il presidente Giuseppe Bergamin che mi ha indicato alcune situazioni che si sono verificate, ma bisogna anche comprendere che siamo in una fase molto calda della stagione e che ci possono essere degli errori. L’importante è che siano commessi in buona fede, è l’unica cosa che dobbiamo chiedere come garanzia. Mi dispiace perché io sono il terminale di una serie di lamentele che arrivano non solo dal Padova».

Quindi aggiunge: «Succede che nei tre gironi ci possano essere delle situazioni che generano sicuramente un momento di preoccupazione all’interno dei club, ma devo dire che abbiamo una buona qualità della classe arbitrale, al pari con la qualità dei campionati che sono molto difficili. Capisco tutto, ma anche l’arbitro fa parte del gioco e può sbagliare, è umano». Tornando allo specifico della situazione biancoscudata, tra Bergamin e il numero uno della Lega Pro ci sarà a breve un altro faccia a faccia. «Lo vedrò anche la prossima settimana perché partecipa ad alcuni incontri del consiglio di Lega che sono allargati. Apprezzo molto lo stile di Bergamin, anche questo è un modo di rappresentare una società. Ripeto, mi ha fatto presente una situazione di preoccupazione, posso solo dire che non posso e non voglio avere rapporti con gli arbitri, se non con il designatore Giannoccaro per riportare formalmente ciò che avviene. Mi fido moltissimo di lui».

L’amministratore delegato Roberto Bonetto sul Gazzettino di ieri (a questo link) ha rincarato la dose su alcune decisioni arbitrali sottolineando che a Pordenone il Padova è stato trattato a pesci in faccia, e che una società non può investire milioni di euro e poi un arbitro non vede un rigore o un fuorigioco. «Ci sono giocatori che prendono milioni di euro e sbagliano un rigore, e dirigenti che investono milioni di euro e sbagliano le scelte. Può anche capitare che gli arbitri sbaglino: ribadisco, l’importante è che gli errori siano sempre in buona fede. Come presidente non tollererei forme di arroganza che al momento non ci sono state segnalate».