Dopo l’esordio in campionato a Piacenza, intervista a Denilson Gabionetta: “Dopo tre mesi sono tornato per una decina di minuti, sarebbe potuta anche andare meglio, ma ci prendiamo questo pareggio. Mancano ancora tante partite, non dobbiamo farci impressionare dal fatto che il Vicenza ci ha sorpassato. Il derby è una partita particolare, bella da giocare: mi sono strappato il polpaccio, ci è voluto tempo per rientrare. Era un paio d’anni che giocavo fuori dall’Italia, volevo rientrare. Era la prima volta che mi infortunavo al polpaccio, quando mi ero fatto male pensavo che non fosse una cosa così lunga. Ho sbagliato a non dire che stavo male, mi sono sentito come un bambino che voleva giocare a tutti i costi. Siamo un gruppo nuovo, abbiamo fatto belle partite e brutte partite. Mi sono fatto male al terzo allenamento, non avevo dormito per il fuso orario e ho fatto due partitelle e mi sono strappato. La mia famiglia voleva fortemente tornare in Italia, questo ritorno l’abbiamo voluto tutti. Nei derby ho sempre fatto bene, con l’Avellino ho fatto doppietta, anche contro il Crotone, poi sono stato anche espulso. Nei derby o ci sei o non ci sei, mi sento come un tifoso che lo aspetta, vedi lo stadio pieno e ti carichi. Se fai bene ti mette le ali, se fai male è dura. Sono arrivato in Italia da trequartista, poi ho fatto mezzala, esterno alto e anche esterno di centrocampo. Nel calcio italiano si corre tanto, in Cina si corre a vuoto, avevamo un allenatore che non assisteva nemmeno agli allenamenti. Il Vicenza non l’ho ancora visto, ma è forte, poi vedo bene Triestina e Reggiana. Saranno queste quattro secondo me che se la giocano, poi vediamo se se ne esce qualcun’altra. A Cipro sono arrivato, ma siamo stati male, mia moglie piangeva che voleva tornare in Italia. Sono andato alla Caldense (in Brasile) perché c’era già mio cugino, ma già sapevo che sarei tornato in Italia”