Fonte: Andrea Miola per IL GAZZETTINO


Messi da parte i problemi al piede che lo hanno tenuto fuori per un mese, Filipe è pronto finalmente a dare il suo contributo alla causa biancoscudata. «Spero di potere dare subito una grande mano – sottolinea – ma è chiaro che per fare bene c’è bisogno di tutti, non solo di me». Un rientro a lungo invocato, quello del regista brasiliano, l’uomo che nei progetti di Brevi e in linea con le scelte di mercato deve regalare geometrie, tempi e fosforo a una squadra che finora si è spesso dimostrata lenta e compassata nell’impostazione della manovra. Per lui i problemi sono iniziati alla vigilia del debutto in campionato. «A causa di infiammazione, nella settimana che precedeva la sfida con l’Albinoleffe ha cominciato a sentire dolori al piede. Ho giocato la partita (solo il primo tempo, ndr) facendo una puntura, ma il problema non si è risolto». Gli esami hanno così evidenziato una fascite plantare. «A volte il problema pareva risolto, ma poi provando sul campo risentivo i dolori e avevo paura di ripartire da capo, ma adesso mi sento bene e questa settimana sto facendo tutto il lavoro con i compagni».

E la voglia di calpestare l’erba è facile da immaginare. «Non ne potevo più di guardare la squadra dalla tribuna. Spero di poterci essere già a Teramo, non vedo l’ora». Al tempo stesso, però, sarebbe sbagliato riporre eccessive su un giocatore reduce da un mese di stop. «Sul piano fisico inevitabilmente ho perso qualcosa della preparazione estiva, ma in questo periodo non sono mai rimasto completamente fermo e ho cercato di mantenere il livello della condizione. Magari non sarò al 100 per cento, ma sono in grado di reggere una partita intera». E i meccanismi di squadra erano già stati oliati prima dell’infortunio. «Per l’intesa con i compagni non c’è problema perchè conosco a memoria loro e i movimenti. Quando una squadra non gira – aggiunge – è sempre colpa del regista, ma chi mi ha sostituito non ha fatto male perché quello non era il suo ruolo. Sono convinto che questa squadra possa dire la sua».

Come l’ha vista dall’esterno? «Mi aspettavo sicuramente di più perché gli obiettivi sono altri e, soprattutto in casa, abbiamo perso qualche occasione, ma è ancora lunga. La classifica è bugiarda con riferimento alle gare con Albinoleffe e Maceratese in cui meritavamo di più, mentre nelle altre si è raccolto il giusto». Compreso l’ultimo pareggio all’Euganeo con il Mantova. «Quello è stato l’incontro più brutto perché noi siamo una squadra che deve sempre puntare alla vittoria. Dove possiamo migliorare? È mancato un po’ di coraggio. Quando le cose non sono andate troppo bene forse abbiamo sofferto la pressione dei tifosi, e in campo non viene quanto in allenamento riesce tutti i giorni. Il gruppo però è molto unito e ha voglia di dimostrare il proprio valore». E non sempre chi parte bene arriva fino in fondo. «A Lecce abbiamo avuto un buon inizio per poi calare, mentre a Varese in B, dopo una brutta partenza, siamo andati ai play off. Non mi preoccupa il momento, ma il fatto che dobbiamo cambiare ritmo».


Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO

Oscar Brevi non l’ha mai nascosto: uno dei maggiori problemi del Padova, per le pesanti ripercussioni a livello di gioco, è sempre stata la prolungata assenza di Filipe. Se l’impressione del tecnico sarà stata corretta, dovrà essere il campo a sancirlo, di certo c’è che le statistiche confermano quanto il Padova abbia dovuto fare a meno del suo regista. Quarantacinque minuti in campionato, con l’Albinoleffe: questa l’unica volta che lo si è visto con la maglia biancoscudata. Da lì in poi, infatti, il playmaker ha vissuto ai box una difficile convivenza con una fastidiosa fascite plantare, che l’ha tormentato per un mese. Fino ad oggi: contro il Teramo, finalmente, Filipe ci sarà, e il tecnico potrà schierare un centrocampo molto più vicino a quello “tipo” rispetto a quanto visto sinora. «Avevo male ad entrambi i piedi, facevo fatica a camminare, e da un po’ di tempo, per questo, nemmeno io sapevo dire come stessi», sorride il centrocampista brasiliano. «Ora sto bene, ho ripreso ad allenarmi e sto lavorando per migliorare la condizione fisica. Probabilmente questa è l’unica cosa che mi manca, adesso, ma spero di essere a disposizione per sabato».

Anche partendo dal primo minuto? «Me lo auguro, anche se è un po’ azzardato pensare che possa reggere per 90’ dopo tutto questo tempo. Però non è detto, dipenderà molto anche dai ritmi della partita». Come sta reagendo il piede? «Abbastanza bene, il problema adesso è solo ritrovare il ritmo-partita, anche se in queste settimane non mi sono mai fermato del tutto e ho sempre lavorato un po’». Quanta voglia ha di tornare in campo? «Tanta, non ne vedo proprio l’ora. Non ce la facevo più a guardare le partite dalla tribuna e a vedere i compagni soffrire senza poter dar loro una mano». Il centrocampo ha risentito molto della sua assenza, secondo il tecnico non c’è nessun altro con le sue caratteristiche in rosa. «Non credo di essere l’unico, penso che anche Gaiola possa fare molto bene in quel ruolo. È un ragazzo con grandi qualità, che sicuramente potrà darci una mano in una zona così importante del campo». Non l’ha visto in difficoltà, contro il Mantova, sabato scorso? «Forse l’esordio è arrivato in un momento molto particolare per la squadra, e questo non lo ha aiutato. Probabilmente quella con il Mantova non era la miglior partita per il suo debutto: ha fatto ciò che ha potuto, era un momento un po’ così e la squadra non è riuscita ad aiutarlo più di tanto. E credo che questo aspetto condizioni molto la partita di un esordiente».

Con il suo ritorno ci si augura una svolta proprio a livello di gioco: più spinta sulle fasce, più giro palla, più intraprendenza. «Abbiamo discusso a lungo in settimana, con il tecnico e tra noi giocatori. E abbiamo convenuto che sin qui ci è mancato un po’ di coraggio: alcune cose non sono andate benissimo, perché, nonostante la squadra non abbia mai fatto brutte figure, al di là di Fano, è stata costruita per fare cose importanti e la fatica nel vincere alcune partite ha portato a galla po’ di timore». Come se ne esce? «Basta ritrovare la voglia di far gioco, la voglia di far calcio. L’errore ci sta, è nella natura di questo sport, ma se hai paura di sbagliare non ti riesce nulla. A Teramo sarà una battaglia, ma vogliamo vincerla».