Fonte: Stefano Volpe per Il Mattino
La rosa biancoscudata in ritiro a Mezzano è ancora incompleta nei suoi numeri uno. Dopo l’addio di Petkovic è rimasto solo Favaro, affiancato entro il fine settimana da un numero uno di esperienza. La società sta trattando con Giacomo Bindi del Pisa, è lui la prima scelta, ma ancora non c’è l’accordo. Dovesse saltare, è già pronto Antonio Donnarumma del Genoa. Due profili di spessore per la categoria e, a prescindere da chi sarà, il prescelto verrà insignito dei galloni da titolare. E così si cambia ancora, in un percorso storicamente tormentato. Da quando si è deciso di sostituire Cano (secondo portiere in assoluto per numero di presenze in biancoscudato), a Padova si sono alternati la bellezza di 13 portieri in 7 stagioni. Al ritorno in B, per due anni, lo stesso Cano si è sempre giocato il posto con Agliardi, soffiandoglielo nella cavalcata verso i playoff. L’anno dopo Perin ha scavalcato Pelizzoli, bersagliato dai tifosi al punto da chiedere la cessione all’inizio della stagione successiva. Al suo posto arrivò Anania, con il passare del tempo scalzato da Silvestri, copione ripetuto con Colombi, ultracriticato e rimpiazzato da Mazzoni. Quindi la caduta in D, la scelta di puntare su Petkovic che però è fragile, s’infortuna spesso e viene sostituito di volta in volta dai vari Cicioni, Lanzotti e Favaro.
Eccolo l’ultimo sopravvissuto, Alessandro Favaro appunto, reduce da una buona stagione ma destinato a rincorrere ancora il posto: “Sono pronto a giocami le carte e in un certo senso ci sono abituato”, confida il ventenne. “Sono sempre stato il più piccolo, ho imparato tanto dai portieri più esperti che ho avuto al fianco e lo farò ancora. L’addio di Petkovic? L’ho saputo a cose fatte, dispiace perché eravamo un bel gruppo”.
E’ vero che Padova è una piazza difficile per i portieri? “Fa parte del gioco ed è anche il bello di questa piazza. Avere tanti tifosi, tanta pressione, rende Padova speciale e superiore alle altre. Dopo l’ultimo anno mi sento di aver imparato a gestire tutto ciò che sta intorno alla partita, le aspettative, le pressioni”.
Prossimi obiettivi? “Creare un gruppo che possa giocare per le posizioni importanti, sono arrivati tanti giocatori esperti apposta. La stima di Zancopè? Mi rende orgoglioso”.