Fonte: Stefano Volpe per  IL MATTINO DI PADOVA


Ci sono un predestinato, una rivelazione e un insospettabile. No, non è l’inizio di una barzelletta, ma sono i tre ex calciatori biancoscudati convocati dalle proprie nazionali per l’Europeo di Francia. Agli appassionati, più o meno attenti, due possono venire in mente di getto: Matteo Darmian e Stephan El Shaarawy. E il terzo? È un oriundo, ma non è azzurro. Si chiama Thiago ma non indosserà la maglia numero dieci. È Cionek, difensore centrale brasiliano ma naturalizzato polacco, che è stato inserito dal commissario tecnico Nawalka nell’elenco dei 23 convocati e proverà a stupire al fianco dei vari Lewandowski e Glik. E dire che il Padova, dopo una stagione tutto sommato positiva, lo spedì altrove senza troppi complimenti. Il calcio, si sa, è pieno di storie di riscatto, di occasioni mancate e di vedute non molto lunghe su possibili talenti. In parte è così anche per Darmian, l’unico dei tre ad aver già giocato una grande competizione per nazionali, al Mondiale brasiliano.

La prima esperienza vera di Darmian nel calcio pro fu a Padova, nel 2009/2010. Il terzino arrivò in prestito dal Milan e dopo un inizio condizionato da un infortunio disputò una buona stagione, ma che non bastò per convincere Cestaro a riscattarlo, nonostante il pressing dell’allora direttore sportivo De Franceschi. Con un milione di euro il Padova avrebbe potuto acquistarlo, invece tornò al Milan, fu mandato a Palermo e da lì partì la scalata fino al Manchester United che la scorsa estate lo comprò per 20 milioni dal Torino. Storia simile a quella di Bonaventura, tagliato all’ultimo da Conte qualche giorno fa, e non riscattato dal Padova nella stessa annata di Darmian. Il Padova invece, poco prima del ritorno della finale playoff di Serie B contro il Novara, aveva già l’accordo con il Genoa per trattenere El Shaarawy in caso di promozione in A. Ma al “Piola” i biancoscudati crollarono, Dal Canto sostituì il Faraone dopo l’espulsione di Cesar e il diciottenne che aveva incantato l’Euganeo se ne andò al Milan, iniziando un percorso di alti e bassi fino al riscatto romano di questo 2016.

E poi c’è Cionek, che al Padova comunque deve molto. A volerlo nell’estate 2012 fu il ds Salvadori, che lo prelevò a titolo definitivo dallo Jagiellonia, dove era arrivato 4 anni prima dal Brasile, facendo in tempo anche ad acquisire la cittadinanza polacca. In biancoscudato disputò una buona stagione, ma l’estate successiva, dopo il cambio di proprietà, fu messo in lista partenti dal nuovo staff tecnico e venne spedito in prestito al Modena in cambio di Carini. Sarebbe tornato l’anno successivo, ma con la radiazione del Padova si svincolò e tornò in Emilia fino all’esordio in A di questa stagione a Palermo. La carrellata di ex, in ogni caso, non si conclude con i tre giocatori. Nello staff di Antonio Conte, infatti, c’è anche un certo Mauro Sandreani, che a Padova ha lasciato un ricordo indelebile in panchina.