Estratto da fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


[…] Mazzocco, ormai vecchia conoscenza per l’ambiente biancoscudato pur avendo appena ventidue anni. Già, perchè è l’unico superstite di quel gruppo che era partito dalla Serie D e dopo quattro stagioni è ancora lì  a dare tutto per il Padova che è sempre più vicino al salto in B. “In settimana l’allenatore mi aveva provato dandomi la casacca, per cui sapevo di poter giocare e ho cerrcato di allenarmi al meglio come ho sempre fatto. Non è stato facile perchè in campionato non giocavo da oltre tre mesi […]  e come tutti quando non giochi sei incazzato. Però ho fatto sempre il mio mestiere e il tecnico mi ha dato questa possibilità che ho cercato di sfruttare al meglio”.

[…] ho fatto tutte le cose semplici, sfruttando le mie caratteristiche, ossia ial tiro e la capacità nell’inserimento. Prima della gara l’allenatore mi ha detto che non aveva importanza se non avevo mai giocato dal primo minuto, bastava una volta per dimostrare il mio valore e l’ho fatto. […]  Fisicamente sapevo che stavo bene e sapevo di dovere restare concentrato su ogni pallone. Son felice per la mia prestazione e per quella della squadra. […] Il tecnico mi diceva sempre di inserirmi perchè è nelle mie corde. Pulzetti ha messo una palla al bacio e l’ho impattata bene. Ero al settimo cielo, non mi sono neanche reso contro di cosa è successo. Infatti stavo andando a esultare sotto la curva, poi mi sono ricordoato che dovevo andare da Cisco: è il mio compagno di stanza e mi aveva detto che se avessi segnato, sarei dovuto andare da lui. Dopodicè sono andato a salutare la mia ragazza e la famiglai. Proprio alla mia famiglia dedico il gol perchè anche nei momenti negativi c’è sempre ed è importante per me”. […] 

E’ l’ultimo superstite tra i giocatori che ha vissuto il Padova dalla sua rinascita in Serie D fino a oggi. E dopo la promozione in C, sta per vivere anche quella in B. “E’ un sogno unico. Siamo ripartiti dalla Serie D vincendo subito il campionato ed è stato magnifico. Adesso, dopo tre campionati in C, ci ritroviamo a vivere la stessa cavalcata ed è un’altra emozione che porterò con me per tutta la vita”. […]  “La società ha sempre creduto in me. Sono felice al Padova, anche per questo ho prolungato il contratto”. Ma a gennaio l’ha mai sfiorata il pensiero di andare via? “Certo. A inizio stagione ho perso un mese per infortunio e ce ne è voluto un altro per recuperare la forma. Poi ho visto che gli altri compagni andavano e che il tecnico faceva altre scelte, per cui ho pensato di andare da un’altra parte a giocare se ce ne fossse stata la possibilità. Alla fine ho deciso di giocarmi qui le mie carte e mi sono fatto trovare pronto”.


Estratto da fonte: Stefano Volpe per IL MATTINO


[…] Mazzocco ha il merito di non aver mai mollato, l’ha capito anche Bisoli, che in una delle partite-chiave della stagione l’ha premiato per la prima volta con la maglia da titolare. Il mediano originario di Quero (Belluno) l’ha ripagato con una grande prestazione e un gol pesantissimo, che ha sbloccato la sfida con il Pordenone. «Diciamo che non è stata una scelta improvvisa, un po’ me lo immaginavo», sorride Mazzocco. «Il mister mi ha provato in settimana e io ho cercato di allenarmi al meglio, come sempre».
[…] La rete è stata l’apoteosi, per lei e per lo stadio intero. «Pulzetti mi ha messo un cross al bacio e quando ho visto la palla entrare sono andato al settimo cielo. Quasi non mi rendevo conto di quanto era successo. Infatti, prima sono corso verso la curva, poi mi sono ricordato che dovevo raggiungere Cisco, il mio compagno di stanza, che mi aveva detto che, se avessi segnato, dovevo andare ad abbracciarlo. Volevo fare tante cose, festeggiare con i tifosi, ringraziare Cisco e salutare la mia famiglia, alla quale dedico la rete perché mi è sempre stata vicino. È stato emozionante». Come ha vissuto questi mesi senza giocare? «Quando si sta fuori, si accumula tanta rabbia. Io ho cercato sempre di essere professionale, allenandomi al meglio e facendo in modo di cogliere le opportunità. Non nego ci siano stati periodi in cui ero scoraggiato. Dopo l’infortunio di settembre sono rimasto fermo quasi due mesi, ma quando mi sono ristabilito vedevo che non giocavo, nemmeno a partita in corso. L’allenatore faceva altre scelte e io ho cercato di stare sereno, anche se stavo male dentro». A gennaio ha mai pensato di chiedere la cessione? «Sì, ci ho pensato. Volevo giocare con maggiore continuità, ho ragionato sul da farsi, ma alla fine ho scelto di restare per giocarmi le mie carte qui». E alla fine ha fatto bene, anche perché con una nuova promozione entrerebbe nella storia biancoscudata, essendo l’unico reduce dall’annata in Serie D. Ci avrebbe mai pensato? «Per me è un sogno. Sono partito dalla D, vincere il campionato quell’anno fu magnifico, adesso mi ritrovo a vivere la stessa cavalcata, un’altra emozione unica che mi porterò per sempre. Non me lo sarei mai aspettato il giorno che arrivai a Padova. Ho sempre avuto fiducia nella società e il club ha creduto in me, prolungandomi il contratto a dicembre».
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