EMERSON Ramos Borges intervistato da CALCIO PADOVA TV:

“Padova mi sta trasmettendo una piazza che ha tanta fame di calcio. Siamo noi in campo e lo staff a dover riportare quell’entusiasmo per diventare un gruppo unico giocatori, tifosi, società tutti insieme per cercare di conquistare qualcosa di importante visto che le possibilità ci sono, bisogna essere tutti sulla stessa barca e alla fine sono sicuro ci troveremo con delle soddisfazioni importanti.
Primo ricordo legato al calcio? Nel quartiere di casa mia dove ho imparato a giocare con mio fratello e mio cugino, avevo 10 anni.
Prima partita vista? Joinville-Corinthians nella città di Joinville, Coppa del Brasile.
Idolo da bambino? mio papà.
Il mio idolo da calciatore? Roberto Carlos perché facevo il suo stesso ruolo quando ho iniziato, terzino sinistro. Mi sono sempre ispirato a Paolo Maldini. Ho fatto 72 gol in carriera? Non lo sapevo di averne fatti così tanti!
3 gol preferiti? Il primo in serie A contro il Torino (Livorno-Torino 3-3) ho preso palla dalla mia metà campo, ho saltato 3 giocatori e con doppio passo ho azzeccato un tiro assurdo! Il secondo in Cagliari-Livorno 1-2 (sempre in serie A) in un calcio d’angolo, palla sotto l’incrocio dei pali. Il terzo in una partita di Eccellenza Nuorese-Tavolara 3-2 prendo palla dalla mia parte, terzino sinistro taglio tutto il campo la passo a un mio compagno che me la ripassa poi salto altri 2 avversari e la insacco, non ci ho capito più niente perché pareggiavamo la partita e il gol del 2 a 1 ha fatto impazzire lo stadio.
La mia carriera ha avuto 3 fasi: Semiprovessionisti – poi ho avuto un’occasione di giocare in C, sono stato nel Palmeiras B, la squadra del mio cuore purtroppo non son riuscito a rimanere lì. Nel 2003 sono arrivato in Sardegna e ho fatto tutta la trafila dall’Eccellenza alla C2. Ho girato Taranto, Lumezzane, Reggio Calabria – E poi mi sono ritrovato con Davide Nicola a Livorno dove abbiamo vinto il campionato e ho avuto la fortuna di esordire in serie A a 33 anni, la realizzazione di un sogno che avevo fin da bambino! E’ stato fantastico perché è difficile arrivare in A ad un’età del genere… solo vincendo un campionato e ci sono riuscito! Con il senno di poi rifarei tutto quello che ho fatto dal primo giorno in Sardegna fino all’esordio in Serie A, anzi avrei pagato per fare tutto il mio percorso dall’Eccellenza in A e battere un piccolo record che è quello di fare gol in tutte le categorie italiane. Anche come uomo ho imparato tutto quello che dovevo imparare, ho imparato tanto da tutte le persone e i posti, trasmesso affetto infinito e non ci sono soldi che pagano!
Passione oltre al calcio? La famiglia, non vedo l’ora di tornare dai miei figli. Poi mi piace navigare sui social e interagire coi tifosi con la gente e coi parenti in Brasile! La famiglia prima di tutto! Tra 10 anni mi vedo ancora in campo, spero! Almeno ad allenare i bambini, anche questo un sogno, trasmettere la stessa passione entusiasmo e divertimento perché quando un bambino ha un sogno deve perseguirlo finché non riesce, sennò non era nel suo destino. La felicità per me è vivere giorno dopo giorno insieme alla persona che amo! E fare un mestiere che per me non è un mestiere ma una passione, uno sport che trasmette cose incredibili sia in campo che fuori. La felicità è vivere al massimo ogni giorno della vita perché oggi ci siamo, domani chissà: ci sono tante persone che soffrono al mondo e chi ha la possibilità di aver la gioia di vivere deve godersela e sfruttarla fino in fondo!”