Fonte: Francesco Cocchiglia per IL MATTINO DI PADOVA


La delusione lascia spazio alla rabbia. Perché quel pareggio dell’Alessandria a Bolzano, tanto sperato e invocato per giorni, è stato reso inutile dalla vittoria della Giana all’Euganeo. Ancor prima di fantasticare, di pensare a come battere il Bassano al “Mercante” (sabato 30, ore 14.30), per poi presentarsi l’8 maggio allo scontro diretto con il vento in poppa, tutto era già sfumato. E, andando indietro con la mente, il lunedì dopo la sconfitta che ha chiuso definitivamente il campionato del Padova, la delusione passa. Rimane solo la rabbia. Fabrizio De Poli ha visto un Padova spento, proprio quando avrebbe voluto veder concretizzata la lunga marcia del girone di ritorno. Ma non solo contro la Giana: anche con Pro Patria e Albinoleffe erano emersi i primi accenni di debolezza.

«La gara di domenica è stata la prosecuzione delle due precedenti», commenta il direttore sportivo biancoscudato, presente ieri (con la moglie) alla finale del Torneo giovanile di Abano. «Tutti ci eravamo resi conto che forse qualcuno, all’interno della squadra, a livello mentale aveva già mollato, sia contro la Pro Patria che contro l’Albinoleffe. Non è possibile che certi giocatori commettano ingenuità simili, o che se ne stiano in campo con sufficienza. Questo nel calcio non deve mai succedere». Lei non fa nomi, ma determinati atteggiamenti potrebbero incidere sulle valutazioni che farete quest’estate? «Certo, perché noi sino alla fine della stagione siamo qui, a valutare ogni situazione. Con 6 punti da recuperare e due gare ancora da disputare, solo la matematica ci tiene ancora in corsa: la realtà, invece, ci dice che domenica abbiamo mancato l’appuntamento importante».

Pillon ha detto: «Nei momenti topici abbiamo sempre fatto fatica». È d’accordo? «A parte la maturità, ciò che ha fatto difetto a questa squadra è una maggiore personalità. Una componente importante del gioco, che deve sempre essere accompagnata dalla capacità di voler raggiungere gli obiettivi. Ciò significa che siamo mancati nell’approccio mentale alla gara, che abbiamo fatto una partita che effettivamente di personalità e applicazione non aveva nulla». E come se lo spiega, visto che di elementi di esperienza in rosa ce ne sono tanti? «Forse, con il senno di poi, tanti hanno tirato per troppo tempo la carretta: ci sono stati pochi giocatori che hanno avuto la possibilità di avere ricambi e rifiatare. Però questo può aver inciso solo in parte con la Giana: era già successo, in altre due o tre gare, che non fossimo stati in grado di tenere alti i picchi di applicazione».

I tifosi hanno comunque applaudito la squadra per il grande recupero della seconda metà di stagione. Una rincorsa che ha dato ragione anche alle scelte di De Poli… «Ed è un peccato, perché, se avessimo vinto con la Giana, avremmo agganciato le prime posizioni. Alla fine i numeri sono quelli che sono, ma abbiamo sbagliato determinati appuntamenti importanti: questo può voler dire solo che la squadra era attrezzata per le prime posizioni, ma che forse le mancava qualcosa in rapporto alle prime quattro». La stagione, quindi, è chiusa. Si può cominciare a parlare di futuro? «Aspettiamo prima di tutto le decisioni, gli obiettivi e le strategie della proprietà. Per quanto riguarda le prossime due gare, invece, ritengo che non serviranno a nulla dal punto di vista del punteggio e della classifica, ma spero che siano buone per vedere all’opera qualche giovane». Se glielo chiedono, De Poli rimane l’anno prossimo? «Ho un contratto con il Padova. E per questo la mia testa è orientata ai biancoscudati».