Fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


«Fino a quando la matematica non ci condanna, dobbiamo credere ai play off». È un’impresa titanica quella che attende i biancoscudati, chiamati a recuperare un ritardo di 7 punti dal quarto posto in appena cinque partite per sperare di agganciare gli spareggi promozione, ma come si evince dalle parole di Fabrizio De Poli ci si deve provare per non lasciare nulla di intentato. Calendario alla mano, i biancoscudati devono vedersela con tre squadre pericolanti (Pro Patria, Albinoleffe e Giana Erminio) prima di arrivare a quello che potrebbe essere un doppio scontro diretto finale (Bassano e Alessandria). Intanto, tutte le attenzioni sono doverosamente rivolte ai bustocchi, che hanno praticamente già un piede e mezzo in serie D (se perdono all’Euganeo la condanna è automatica). Ma l’input che arriva dal direttore sportivo è eloquente: «Sono proprio queste le partite che nascondono le maggiori insidie. Puoi pensare che sia tutto facile con l’ultima in classifica, poi invece in campo ti trovi magari davanti a un muro che non riesci a oltrepassare. Ci vorrà massimo impegno e applicazione da parte dei ragazzi».

A suo giudizio il Padova ammirato negli ultimi mesi meriterebbe il premio di giocarsi i play off? «La squadra ha fatto bene per un lungo periodo ed è logico volere chiedere sempre di più. Veniamo da un trend importante, anche se purtroppo siamo mancati nei match clou con Cittadella e Pordenone pur non meritando di perdere. Forse potevamo avere qualche punto in più, ma se abbiamo questa classifica significa che siamo questi». All’andata il pareggio incolore con la Pro Patria era costato la panchina a Carmine Parlato, rimpiazzato da Bepi Pillon. E con quest’ultimo la squadra ha trovato piano piano una sua identità iniziando la scalata in classifica. «Sono soddisfatto perché tutta la squadra è migliorata nel tempo e la cosa che balza all’occhio è che non abbiamo mai avuto una prestazione da quattro in pagelle, nel senso che non abbiamo mai avuto cali importanti».

Testa al presente, ma anche una sbirciatina al futuro. E proprio riguardo a Pillon c’è in ballo il discorso di un eventuale rinnovo del contratto. «Prima di tutto ci dobbiamo trovare con la società per fare alcune valutazioni, anche insieme all’allenatore». Fosse per lei confermerebbe il tecnico? «Non dipende solo da me, dipende soprattutto dalla società e anche dallo stesso Pillon. Per quanto riguarda il lavoro che ha svolto, posso dire di essere contento». E lei sarà il direttore sportivo del Padova anche la prossima stagione? «Ho ancora un anno di contratto, ma sono un dipendente della società come lo sono anche allenatore e giocatori. Voglio dire: se mi tengono rimango, altrimenti no. Entro un mese inizieremo a parlare del futuro, anche del mio». Non manca un ultimo flash di nuovo sulla squadra. Cosa le piace di più? «Prendiamo pochi gol, è dura batterci. Questo campionato è più difficile rispetto a quello dell’anno passato visto che ci sono compagini di buonissimo livello, e il fatto di esserci stabilizzati nella zona medio alta della classifica fa sicuramente piacere».