Claudio Sparacello intervistato da CALCIO PADOVA TV: “Prima di dire “mamma” e “papà” ho detto “palla”, la parola precisa era “pumma”, mia madre ci è rimasta anche male… Il mio primo ricordo legato al calcio sono io a casa che rompo un vaso in corridoio, così mia mamma mi ha portato a scuola calcio. Anche da piccolino prendevo la cosa seriamente, non volevo mai perdere neanche nelle partitelle. Ho capito che il calcio sarebbe diventato il mio lavoro quando sono arrivato nel Settore Giovanile del Palermo, quando ho assaggiato il calcio vero. Andavo in curva a Palermo la prima volta all’età di 12 anni, mi ricordo una partita Palermo-Milan dove segnò Miccoli al 91°, mi trovavo al centro della curva, al 3-1 mi ritrovai alla parte opposta perchè mi lanciarono letteralmente… Aspettavo la domenica solo per andare in curva, non era vedere la partita, ma andare in curva. Padova è una squadra dove vorrebbero giocare in tanti, quando ho sentito la proposta ho accettato subito al di là del gemellaggio con il Palermo che comunque è una cosa che mi fa piacere. Tra 10 anni spero di aver coronato il mio sogno di giocare in Serie A. La felicità? Noi calciatori siamo molto fortunati, è tra virgolette un lavoro, perchè faccio qualcosa che realmente mi piace”.