Estratto Fonte: Stefano Volpe per Mattino di Padova


Direttore Rino Foschi come sta? Lo sa che domenica il Padova sbarca nella sua Cesena? «Sto bene, certo che lo so. (…) Sogliano, che era a Varese quando li abbiamo battuti ai playoff (…) Mi piace Sogliano. È stato un po’ maltrattato a Verona e Carpi secondo me, ma ha stoffa». (…)  «Mandorlini è una grande scelta. L’ho sentito proprio un mese prima che firmasse con il Padova, era a casa e stava come un leone in gabbia, aveva una voglia enorme di tornare. È l’uomo giusto, certo non ha un carattere facile, mi assomiglia da quel punto di vista. A volte cambiare allenatore può essere decisivo». (…) Sul suo passato a Padova: «Quando arrivai mi trovai di fronte un monte ingaggi mica da ridere. Cestaro non badava a spese. Ma sbagliammo l’allenatore. Nulla contro Calori, che secondo me è un grande tecnico e merita una vetrina perchè è stato un po’ sfortunato. Ma a quella squadra serviva cambiare e con Dal Canto arrivammo a un soffio dal trionfo. (…) A Padova mi paragonavano ad Aggradi, che portò i biancoscudati in A negli anni 90. Era un mio amico, avrei voluto ripercorrere le sue orme. Pensare a Padova mi emoziona ancora, ci ho lasciato il cuore» (…) «Andai a farmi  dei controlli e mi ricoverarono dicendo che dovevo finire sotto i ferri. Il chirurgo mi spiegò: “resti qui, vado in America e la settimana prossima operiamo” Risposi infuriato: “Lei mi opera adesso perchè abbiamo i playoff da conquistare”. Lo convinsi, uscii dall’ospedale il sabato e chiesi all’autista del Padova, il mitico Stecca, di portarmi da Milano a Modena dove giocavamo contro il Sassuolo. Ma lui fu irremovibile, i medici gliel’avevano impedito e mi portò a casa. Guardammo la partita insieme, la risolse El Shaarawy». (…) Ma questo Padova riuscirà a riprenderlo il Vicenza? «Non lo so, ma sono certo che con Mandorlini e Sogliano può aprire un ciclo, proprio come a Verona».