Fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO
La solidarietà ai tifosi per l’agguato di Mantova, la cavalcata della squadra nella rincorsa a un posto nei play off e il sogno della serie B. È un fiume in piena l’amministratore delegato Roberto Bonetto che affronta a tutto tondo i temi caldi del pianeta biancoscudato. Il suo primo pensiero è per i tifosi aggrediti domenica prima della partita. «Voglio esprimere loro la mia vicinanza perchè hanno subìto un’ingiustizia. Sono stati aggrediti dagli ultras del Mantova, insieme ai quali c’erano anche quelli del Brescia, e non riesco a comprendere il motivo per cui dopo il danno, sono stati anche caricati dalla polizia, che invece non è intervenuta nei confronti dei tifosi di casa e del Brescia protagonisti di questo atto vandalico. È una cosa che mi lascia perplesso, come società sentiremo chi di dovere per fare chiarezza». Dai tifosi alla squadra: semmai Pillon e giocatori avessero bisogno di una spinta in più per il rush finale, sono accontentati. Perché le parole di Bonetto suonano come un’iniezione di fiducia e di carica allo stato puro nell’ottica di andare a prendersi i play off. E anche qualcosa di più.
«Questo è un gruppo di giocatori importante nel quale credo fortemente, potrebbe davvero scrivere un pezzo di storia del Padova se riuscisse a riportarlo in serie B. Abbiamo davanti ancora nove partite e se inanelliamo un filotto di vittorie abbiamo la possibilità di raggiungere un obiettivo che al momento è un sogno. Ma i sogni si possono anche raggiungere, e farlo dopo una rimonta del genere sarebbe un’impresa mica da poco. Bisogna crederci: ci vuole fame per arrivare fino in fondo». Parole dette a ragion veduta, perché da quando c’è Pillon al timone i biancoscudati si sono trasformati. Una metamorfosi che li ha portati a essere una delle compagini più solide e in forma del campionato, e la dimostrazione di forza esibita in terra virgiliana ne è stata un’ulteriore riprova. «Dopo il mercato di gennaio la squadra si è rinforzata e l’allenatore ha maggiori possibilità di scegliere. Oltre alla qualità, è cresciuta molto anche la nostra autoconvinzione: Pillon ha lavorato sull’aspetto psicologico e si vede che i ragazzi sono più sicuri su quello che devono fare in campo. Rispetto alle partite precedenti nelle quali eravamo un po’ timorosi, vedo un’altra squadra proprio nella mentalità dato che è più affamata, aggressiva e determinata. Del resto siamo il Padova, e sono gli avversari che ci devono temere. Escluso il primo posto del Cittadella, tutto può ancora succedere».
A maggiore ragione se si prendono in esame le prossime due sfide con dirette rivali a un posto negli spareggi promozione, vale a dire Pavia e Pordenone. Insomma, il Padova può scrivere davvero il suo destino. «La vittoria con il Mantova è stata bellissima e siamo contenti di avere raggiunto la salvezza che era il primo obiettivo. Anche se a dire il vero la nostra squadra non è stata costruita per salvarci, ma abbiamo attraversato un momento difficile e da quel tunnel ne siamo usciti bene grazie al lavoro del tecnico e dei ragazzi. Adesso ci attendono Pavia e Pordenone, partite che ci diranno molto sulla possibilità di agganciare i play off. Ripeto, bisogna crederci, qualcuno davanti a noi potrebbe perdere qualche punto». Viene da pensare che se l’avvicendamento in panchina fosse avvenuto prima, oggi le quotazioni sarebbero magari più alte. «Con i “se” non si costruisce la storia, la si fa solo con i fatti. C’è il rammarico per avere perso qualche punto per strada: Pillon non ha digerito la sconfitta con il Cittadella e lo stesso vale per me, penso anche al rigore sbagliato all’andata con il Renate. Ci sono però ancora 27 punti in palio e tutto si può ancora verificare». Novità sull’eventuale rinnovo contrattuale dell’allenatore? «In questo momento dobbiamo restare il più tranquilli possibile. Lasciamo passare le prossime due partite e poi chissà che dentro l’uovo di Pasqua ci sia la sorpresa».