Fonte: Dimitri Canello per Corriere del Veneto

Promozione, pennellate di biancoscudo. Promozione, tante facce, tanti protagonisti. A cominciare dalla porta, dove Giacomo Bindi ha messo insieme la terza scalata della sua carriera. Prima a Latina, poi a Pisa, adesso a Padova. Sono sfilati tutti insieme, uno dopo l’altro, ieri a Palazzo Moroni per il classico saluto dell’amministrazione comunale e del sindaco Sergio Giordani. E a vederli insieme, erano davvero un bel gruppo. «Quando sono andato via da Pisa — spiega Bindi — era perché non vedevo un progetto. Non vedevo un futuro sicuro, cosa che invece a Padova ho capito che ci sarebbe stato. E questa promozione non è una sorpresa, almeno per me. Si vedeva già in estate che ci sarebbe stato qualcosa di grande in ballo. Le altre promozioni a Latina e a Pisa per me sono state più sofferte, ma non per questo a Padova è stato semplice. Anzi, quando avevamo tanti punti di vantaggio, paradossalmente è stata più dura. Perché si sono rivelati un boomerang. Sono convinto che, se non avessimo dovuto amministrare e non fosse subentrata un po’ di frenesia, molte partite le avremmo vinte e non pareggiate». Il futuro, per ora, si chiama Supercoppa di serie C, che comincia sabato pomeriggio all’Euganeo alle 18 contro il Livorno. Poi si dovrà affrontare il Lecce, per la data dipenderà dal risultato della prima partita. Ma futuro si chiama anche serie B e qui Bindi ha un sussulto. «Ho già programmato le vacanze dopo il 27 maggio — dice — poi voglio subito tornare a lavorare, perché il prossimo anno voglio fare un grande campionato. Per me stesso e per il Padova, ad andare via non ci penso nemmeno».

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