Fonte: Pierpaolo Spettoli per IL GAZZETTINO


È già iniziato il conto alla rovescia che porterà al debutto in campionato con la Sambenedettese. E tra i biancoscudati che conoscono la piazza marchigiana c’è Giacomo Bindi, che nove anni fa ha mosso i primi passi proprio con i rossoblù, in prestito dall’Inter. Solo un paio di partite, salvo poi cambiare squadra a gennaio con destinazione Manfredonia. «Ero all’inizio della carriera e dovevo forgiarmi. Il problema è che non mi ero trovato bene per le scelte dell’allenatore, visto che in quel periodo si sponsorizzavano ancora più i vecchi rispetto ai giovani, per cui alla fine è stata una parentesi breve. Però ricordo di avere giocato in casa la partita d’esordio e c’era grande entusiasmo nell’ambiente, lo stesso che troveremo anche sabato».
«La Sambenedettese è reduce dalla vittoria in serie D – continua il portiere – e ci saranno oltre cinquemila tifosi. Lo stadio è bello, un po’ ristretto, e anche il fattore campo inciderà. Tra l’altro la società ha fatto un ottimo mercato e conosco bene il loro allenatore Ottavio Palladini, mio compagno di squadra proprio a San Benedetto del Tronto. È una di quelle compagini poco accreditate, ma che darà molto fastidio. Sarà difficile per tutti andare a giocare lì».

Il Padova sarà pronto? «Siamo forti e abbiamo la possibilità di vincere su ogni campo. Non è detto che lo faremo, ma provarci è l’obbligo che abbiamo». Alla Samb, tra l’altro, ha spiccato il volo anche un portiere rimasto nel cuore del popolo biancoscudato, vale a dire Adriano Bonaiuti, attuale preparatore di Handanovic e colleghi all’Inter. «Un motivo per il quale avevo scelto di andare a San Benedetto era proprio per l’ottima tradizione con i portieri. C’era stato da giocatore anche il mio ex agente Silvano Martina, e da lì tra gli altri è partito Consigli che adesso è in serie A».Tornando all’attualità, all’ombra del Santo il suo preparatore è Adriano Zancopè. «Mi trovo bene, abbiamo svolto finora un ottimo lavoro. Prima di venire al Padova mi sono informato sullo staff che affiancava il tecnico perché sentivo il bisogno di avere una persona preparata che mi potesse aiutare nella crescita. Favaro? Va tutto per il verso giusto, con lui ho un rapporto schietto e sincero. Siamo rivali, ma anche due persone che passano molto tempo insieme sul campo e condividiamo l’obiettivo di migliorarci nel corso dell’annata».

Nel campionato scorso è approdato a gennaio nel Pisa (quindici partite) diventando uno dei protagonisti nella promozione in serie B. Cosa serve per ripetersi a Padova? «Non sono l’unico in squadra ad avere vinto in carriera, anche se sono quello che l’ha fatto più di recente. Bisogna affrontare tutte le partite con lo spirito di volere imporsi, e dove non ci si arriva con le gambe, bisogna farlo con la testa». Con i nerazzurri ha avuto come allenatore Gattuso. Qualche analogia con Brevi? «Sono stato con Gattuso solo per sei mesi, ma mi ha trasmesso tanto. Sono due tecnici molto carismatici e puntano sul gruppo: se siamo tutti uniti e sappiamo aiutarci in campo, possiamo tirarci fuori anche da eventuali momenti di difficoltà».