Fonte: Dimitri Canello per Corriere del Veneto

Un’analisi onesta, schietta e sincera, come suo solito. E mai banale: «Ho sempre pensato che i campionati si vincessero contro le cosiddette “piccole”, quest’anno inizialmente ero convinto che sarebbe accaduto il contrario, visto che c’erano 7-8 squadre in grado di puntare alla promozione diretta. Il tempo ha dimostrato che quella regola vale e non per caso il Venezia è in testa». Giacomo Bindi, mercoledì pomeriggio dopo l’allenamento di metà settimana. Con in tasca la sua verità, dopo il pari in extremis subito dal Gubbio e la vetta che adesso dista sei punti: «Il Venezia merita il primato – spiega il portiere del Padova – le cifre parlano chiaro, anche perché è la squadra che è stata in testa più a lungo. Adesso ci aspetta un finale di stagione appassionante, se vogliamo il primo posto il margine d’errore sarà ridottissimo. Anzi, dirò di più: io al primo posto ci credo ancora, sono venuto a Padova per vincere, magari non tutti la penseranno come me, ma da parte mia nessun dubbio. Se poi arriveremo dietro al Venezia o al Parma o chi per loro, ci sono ancora i playoff. E il mio pensiero è che vincendo la Coppa Italia avremmo un vantaggio molto importante da non trascurare». […]

E sul Venezia, le idee sono chiarissime: «Non è un caso che vincano molte partite nei minuti finali – ammette – anzi, è un marchio di fabbrica che indica una forza di gruppo e una forza offensiva impressionante. E devo dire la verità, che un po’ mi preoccupa in ottica primo posto. Ma ci sono ancora gli scontri diretti a primavera contro tutte le prime, non dobbiamo assolutamente staccarci dal treno di testa, anche perché così facendo teniamo sotto pressione chi guida. Per quanto ci riguarda, non ho dubbi su cosa ci manchi per il primo posto:la capacità di chiudere le partite. Non si può sempre di vincere 1-0, il gol può capitare di prenderlo. Se invece di una rete ne segnassimo due, ecco che tutto sarebbe molto più semplice».