PADOVA-ALESSANDRIA, VECCHIO CLASSICO: L’Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912, è una delle formazioni che più spesso ha incontrato nella sua storia il Calcio Padova: sono 77 i precedenti tra le due compagini dal 1921 al 1982, prima di uno stop forzato della contesa lungo 34 anni terminato con l’1-1 della gara di andata. Un grande classico in bianco e nero che vede un bilancio dei confronti di sostanziale parità. I Grigi prevalgono nel conteggio totale per una vittoria (29-28). Leggero vantaggio dei patavini nel conto dei gol (105-102; 103-101 senza lo spareggio del 1923).

Il giocatore con più presenze nella sfida è il patavino Danieli che ha giocato 18 partite, una in più di Giuseppe Gandini, veterano storico da parte mandrogna. A quota 16 ci sono altri 4 grigi: Cattaneo, Colombo Antonio, Costa e Lauro, seguiti da Avalle con 15 e da Fayenz e Giovanni Monti (II) scesi in campo in 13 occasioni.

Leader nella classifica cannonieri è Elvio Banchero, a segno ben 13 volte (una tripletta e tre doppiette nel suo score); miglior attaccante biancoscudato Nane Vecchina con 9 gol all’attivo.

Tre calciatori hanno giocato la sfida con entrambe le maglie. Valeriano Barbiero in campo quattro volte prima con il Padova e poi con l’Alessandria; Mario Pasquina ha giocato una volta nel Padova prima di passare all’Alessandria e rigiocare 3 volte in maglia grigia.

Infine Giuseppe Pillon è “triplo ex”: ha giocato sia nell’Alessandria che nel Padova ed oggi è l’allenatore dei biancoscudati.

Partite Vittorie
Padova
Pareggi Vittorie
Alessandria
Gol
Padova
Gol
Alessandria
78 28 21 29 106 103

STORIA DELL’ALESSANDRIA: Nata dalla preesistente sezione calcistica della società Forza e Coraggio (le prime testimonianze di una compagine ad Alessandria risalgono al 1894), la squadra ha disputato 13 stagioni in Serie A tra il 1929 e il 1960 e 20 in Serie B, l’ultima nel 1975; ha raggiunto inoltre una finale di Coppa Italia, nel 1936. Oltre alle vittorie di un campionato di Serie B, uno di Serie C e uno di Serie C2, conta nel suo palmarès una Coppa Italia di Serie C, vinta nel 1973, e una Coppa CONI, conquistata nel 1927.

Tra i più celebri giocatori che hanno indossato la maglia grigia del sodalizio piemontese sono ricordati il Pallone d’oro 1969 Gianni Rivera e i campioni del mondo Bertolini, Borel, Ferrari e Rava, oltre a Carlo Carcano e Adolfo Baloncieri.

Il periodo di maggior lustro per la squadra si fa risalire ai decenni del primo dopoguerra e della cosiddetta «scuola alessandrina» che, dando continuità ai dettami importati nei primi anni dieci dall’allenatore inglese George Arthur Smith, prevedeva metodi di allenamento e tattiche di gioco inediti per il calcio italiano, con un centrocampo robusto e schemi con palla a terra. In quegli anni, con Pro Vercelli, Novara e Casale, l’Alessandria andò a formare il «quadrilatero piemontese», fucina di grandi campioni e di importanti vittorie. Nel 1927 l’Alessandria ha sfiorato uno scudetto: nel girone finale a otto squadre una pesante sconfitta subita sul campo del Casale, ultimo in classifica, cancellò i sogni di gloria non riuscendo riagganciare il Torino in vetta nonostante la vittoria nello scontro diretto. Sulla gara avanzarono anche pesanti accuse di combine.

LA MAGLIA GRIGIA: Il colore sociale dell’Alessandria è il grigio, precisamente il “Cool Gray 7 C” della classificazione Pantone; è l’unica squadra in Europa ad indossarlo. Il Foot Ball Club Alessandria disputò le prime gare amichevoli in maglia biancazzurra per poi riacquisire la casacca grigia della Forza e Coraggio in occasione del campionato di Promozione del 1912-1913. Alcune varianti della maglia grigia hanno visto negli anni ’30 e ’40 una divisa “grigiocerchiata” e negli anni ’50 una variante grigia con risvolti azzurri. Data l’unicità della maglia grigia nel panorama calcistico, la seconda divisa risulta ben poco utilizzata dalla società; nella stagione 2007-2008, ad esempio, non venne neppure presentata, e i calciatori disputarono tutte le gare in maglia grigia alternando, all’occorrenza, i pantaloncini grigi o neri.

Negli anni quaranta, l’Alessandria fu protagonista di un episodio curioso quando, prima di una partita contro il Venezia, l’arbitro ordinò a una delle due squadre di cambiare divisa, poiché, a suo parere, la maglia grigia non si distingueva da quella nera degli avversari. Dopo la gara, la FIGC chiese all’arbitro di sottoporsi a una visita oculistica, dalla quale risultò daltonico: la visita divenne allora obbligatoria per tutti gli arbitri.

Curiosità: In occasione dell’800º anniversario dalla fondazione della città di Alessandria, nel 1968, la società invitò la squadra brasiliana del Santos a disputare una gara amichevole allo Stadio Moccagatta. L’incontro venne disputato il 12 giugno e fu vinto dai sudamericani per 2-0: tra i gol, quello di Pelé, che uscì dallo stadio indossando la maglia numero 10 dell’Alessandria, tra i tifosi in visibilio.

Il caratteristico stemma dell’Unione Sportiva fu disegnato dall’incisore Lorenzo Carrà nel 1920. Il simbolo della squadra è l’orso, idea del disegnatore “Carlin” Bergoglio, storico vignettista del Guerin Sportivo negli anni ‘20.

Dante Piotto

Estratto dal Magazine Ufficiale Anno 02 – Numero 17 distribuito allo Stadio Euganeo

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