Matteo Mandorlini parla del prossimo incontro Padova-Cremonese e del suo reintegro in rosa: “C’erano delle cose da chiarire con la società, ci siamo trovati a fine partita e abbiamo sistemato. Per me le cose si sono concluse nel modo migliore. La sfida con mio padre sarà bella sicuramente, ma non soltanto perché ci affronteremo noi, ma anche perché arriva in un momento importante per la nostra squadra. Credo che il nostro gruppo: due vittorie lui, un pareggio è una vittoria io. L’ultima volta al Bentegodi vinsi io col Brescia, facevo l’esterno al posto di Zambelli. Mi piacerebbe giocare, spero sempre in qualcosa, ma sono stato reintegrato da poco. Spero di andare in panchina e di poter magari dare un contributo a partita in corso. Conoscendo tanti giocatori che ha avuto, so che mio padre si fa voler bene dal gruppo. C’è stato un momento in cui potevo andare al Verona e poi sono andato a Brescia in B e quell’anno mio padre vinse il campionato. Ci sono andato vicino, ma non si è mai concretizzato. Andare alla Cremonese? C’era stata una chiacchierata con Rinaudo, ma non si è concretizzato perché non c’erano le premesse per poter andar via. Stare tre mesi fuori mi ha temprato. Il chiarimento c’è stato con la società, ero sul mercato e mi sono confrontato. La società aveva fatto le sue valutazioni, ero stato messo fuori dal progetto, non me l’aspettavo e non credevo che andasse così. Ma alla fine è stato tutto chiarito. Domenica? Partita tiratissima e vince il Padova in extremis. Il fatto che non avessi offerte sinceramente mi ha sorpreso, ma conosco tanti amici e giocatori che si sono trovati nella mia stessa situazione. Penso sia che stata la sessione di mercato più assurda che ci potesse essere, alla fine è vero che non mi è arrivata nessuna proposta concreta. Non so darmi una spiegazione onestamente, venivo da due buoni campionati e non capisco certe dinamiche, ma bisogna accettarle”.