SPAREGGIO PER LA PROMOZIONE IN SERIE A
Mercoledì 15 giugno 1994
Cremona – Stadio Giovanni Zini

PADOVA-CESENA 2-1
Reti: 7° Hubner, 18° Cuicchi, 69° Coppola

PADOVA: Bonaiuti, Cuicchi, Gabrieli, Coppola, Rosa, Franceschetti, Pelizzaro (72° Ruffini), Nunziata, Galderisi (82° Tentoni), Longhi, Montrone. A Disposizione: Dal Bianco, Maniero, Simonetta. Allenatore: Sandreani-Stacchini

CESENA: Biato, Scugugia (82° Antonelli), Sussi (75° Zagati), Piangerelli, Calcaterra, Medri, Teodorani, Piraccini, Scarafoni, Dolcetti, Hubner. A Disposizione: Mandrelli, Marin, Pepi. Allenatore: Bolchi

Arbitro: Piero CECCARINI di Livorno

Estratto Fonte: “Amarcord Biancoscudato” libro realizzato da Alessandro Vinci ed edito da Cleup. L’opera è disponibile alla Libreria Progetto di via VIII Febbrario e alla Feltrinelli di via San Francesco.


19931994: lo storico ritorno biancoscudato in Serie A, un sogno inseguito per 32 anni

«Il Padova, amici, è in Serie A! Io non so più cosa dire, abbiamo aspettato questo momento per trentadue anni. Abbiamo sofferto come delle bestie, ne abbiamo subite di tutti i colori, siamo stati derisi quando abbiamo voluto incitare questa squadra. Adesso non ho veramente la forza per dirvi cosa sto provando in questo momento». Era un Gildo Fattori stremato, quello che, con tono commosso, annunciava alle 18.52 di mercoledì 15 giugno 1994 il ritorno del Padova nel calcio dei grandi dallo Stadio Zini di Cremona. Parole e lacrime che testimoniano meglio di ogni altra cosa la portata dell’impresa realizzata quel pomeriggio da Mauro Sandreani e dai suoi ragazzi a conclusione di una stagione letteralmente memorabile e di un purgatorio che sembrava davvero destinato a non finire mai.
Cantami, o Diva, le gesta di quella magnifica squadra che infinite addusse gioie ai tifosi… Perché il sapore della promozione fu ancora più dolce dopo averla già sfiorata, quella benedetta Serie A, negli anni precedenti. 1991 e 1993: la fatal Lucca e l’inutile 3-2 interno sull’Ascoli. Delusioni cocenti improvvisamente cancellate. Nella testa, spazio solamente per la gioia.
(…)
Una vittoria sofferta, ma proprio per questo indelebile. Una vittoria voluta e meritata. L’ingrediente segreto? Il gruppo. Lo spirito di squadra. L’orgoglio di chi sa di avere uno scudo bianco e rosso da onorare sul petto.
(…)
L’undici di Cremona passò dunque alla storia: Bonaiuti, Cuicchi, Gabrieli, Coppola, Rosa, Franceschetti, Pellizzaro, Nunziata, Galderisi, Longhi, Montrone. La filastrocca che ogni tifoso biancoscudato non può non ricordare. Quanto al resto, fu l’apoteosi: festa grande prima a Cremona e poi, come da tradizione, in città. Le vie del centro vennero invase da migliaia e migliaia di tifosi festanti come non se ne erano mai visti. Tanto che, quando a tarda sera fece la sua comparsa nelle piazze il pullman della squadra, con il loro gioioso abbraccio finirono per bloccarne la marcia. Sì insomma, libero sfogo all’entusiasmo dopo aver atteso per oltre trent’anni la conquista di un traguardo storico: la realizzazione di un sogno chiamato Serie A.