Un terzo piccolo estratto di “Amarcord Biancoscudato”, il libro realizzato da Alessandro Vinci ed edito da Cleup. L’opera è disponibile alla Libreria Progetto di via VIII Febbrario e alla Feltrinelli di via San Francesco.

L’incredibile finale della stagione 1994-1995: una salvezza “di rigore” sotto la pioggia di Firenze

 

(…) Avanti allora a oltranza. Era una lotta di nervi. A partire per il sesto rigore ligure fu Galante. Professione: difensore centrale. Rincorsa lunga, così come la falcata. Arrivo sul pallone non ottimale, postura sbilenca, palla di poco alta sopra la traversa. Fu gioia pura per i tifosi e i giocatori biancoscudati. Per tutti tranne uno: Michel Kreek, l’uomo che di lì a poco avrebbe avuto l’onere di regalare al Padova la salvezza. Proprio lui, il centrocampista olandese, arrivato a ottobre dall’Ajax, che con le sue prestazioni e i suoi sette gol aveva spostato gli equilibri, risollevando le sorti biancoscudate sin dal giorno dell’esordio.
Mentre il tulipano sistemava con estrema accuratezza il pallone sul dischetto, la voce di Gildo Fattori teneva con il fiato sospeso i tifosi all’ascolto: «Nessuno ha coraggio di guardare, ma Michel ha dimostrato di essere bravo, implacabile, giocatore straordinario, può regalare al suo primo anno al Padova la Serie A, a questa squadra, a questa società, a questa città, che lo meriterebbe».
Rincorsa lunga. Freddezza da applausi. Spagnulo spiazzato. Apoteosi.
Era la seconda impresa biancoscudata nel giro di due anni. Meritatissima.
(…)
Le dichiarazioni del postpartita furono entusiastiche, una in particolare: «E’ stata una salvezza sofferta – disse Sandreani – ma proprio per questo ancora più bella. E’ stata una partita che rimarrà nella storia della società, giocata benissimo e interpretata perfettamente. Alla fine c’è stata giustizia, ma ce la siamo dovuta andare a conquistare all’ultimo rigore. Devo ringraziare questi tifosi e questi ragazzi che come me hanno la maglia del Padova come seconda pelle. Sono grandi uomini, oltre che grandi giocatori».
Al rientro in città, tutto il Padova era atteso all’Appiani da migliaia di tifosi festanti sulle note di “We are the champions”. Giocatori e dirigenti ringraziarono i loro sostenitori, da essi ricambiati. Fu una serata da brividi, di quelle che vorresti non finissero mai. Una conclusione da sogno per una stagione straordinaria, che probabilmente rappresenta l’apice della storia biancoscudata degli ultimi cinquant’anni.

 

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