Fonte: Matteo Moretto per GianlucaDiMarzio.com


“Tatuaggi zero, creste men che meno. Non sono nemmeno così social: utilizzo Instagram, su Facebook posto qualche foto ma non commento mai. Se non gioco a pallone sto in famiglia, esco con amici, vado al cinema. Quando posso visito città nuove”. Tra gli hobby, golf e selfie? ”No no, non faccio nemmeno il collezionista, mi dispiace”. Poi Cristian sorprende quando meno te l’aspetti. “Sai che c'è? Impazzisco per il tennis! Ora posso solo guardarlo perché non sarei più in grado ma da piccolino ci giochicchiavo abbastanza. Anzi ti dirò di più, quando smetto di dare calci ad un pallone vorrei riprendere la racchetta in mano… magari con mia figlia, perché no!”. La piccola Melita oggi di anni non ne ha nemmeno uno, ma si fa già sentire: “Da quando c’è lei è cambiato tutto, cambiano soprattutto le ore di riposo!”scherza Cristian, ma la voce è quella della verità. “Sai, le solite cose: la bambina si sveglia di notte, la pappa, il latte… . Però mia moglie è bravissima, attenta e davvero sempre presente”. 

Papà Altinier suona decisamente bene. “Sai che non me ne sto ancora rendendo conto? E’ una sensazione unica, non saprei nemmeno descriverla, bisogna provarlo per capire. Prima di esserlo non avevo minimamente idea…”. Il Duca – soprannome che si porta dietro da anni – forse meglio.“Perché non sono uno che si scompone, parlo poco anzi spesso preferisco osservare in disparte. Stravagante? Per niente, mi definirei uno vecchio stampo”. Normal boy a tutti gli effetti, che prima di una partita “non sento il bisogno di mettermi le cuffione e ascoltare la musica come tanti ragazzi di oggi” e se gli chiedi per chi fosse il suo ultimo gol (contro la Giana, sabato) risponde con un'altra domanda: “Bisogna per forza dedicarlo sempre a qualcuno?”. Anche se poi corregge il tiro: “Segnare e vincere è il culmine di un lavoro di squadra settimanale, quello di sabato lo dedico a noi, al gruppo”. 

Cristian Altinier, professione ben precisa: “9” biancoscudato“Con Padova è stato un colpo di fulmine: mi ha convinto subito. Ho accettato la destinazione in un secondo perché il club mi ha fatto sentire importante sin dal primo approccio” rivela in esclusiva su gianlucadimarzio.com. Quando ancora giocava a sette “facevo il centrocampista” ma il gol se l’è sempre sentito dentro perché gli veniva naturale; tanto da… appiccicarselo in camera. Ossia? “Ho iniziato a seguire il calcio da fine anni ’80, ero milanista… il mio idolo non poteva che essere Van Basten! Il mio “9” preferito. Ho ancora tutti i suoi poster attaccati in camera, a casa dei miei”. Ma c'è di più. “Pensa, mi ero persino comprato le scarpette come le sue: Diadora con il baffo rosso”. Un salto nel presente, senza poster o scarpette. Oggi chi citerebbe? Cristian prende tempo. “Fammici pensare, voglio darti la risposta corretta”. Trenta secondi bastano e avanzano: “Dico Lewandowski. Per come si muove, per il gioco che fa in area ma anche fuori area. Tecnica altissima, bravo spalle alla porta, gioca per la squadra: è meno macchina di Ronaldo ma più completo, lo preferisco". 

Nel calcio tanti amici “tra Mantova, Portogruaro e Ascoli posso dire di aver conosciuto gruppi fanastici”ma Marco Cunico – attuale capitano del Padova – resta in cima alla lista perché è davvero una persona speciale. Ci siamo conosciti a Portogruaro, ci vogliamo bene oltre al calcio. Tra noi c’è un bellissimo rapporto”. Scorro l’album della sua carriera: “All’Hellas con Maurizio Sarri in panchina, possibile?” domando io. Altinier racconta: “Sì, siamo arrivati insieme nel 2008. Nonostante le cose non siano andate benissimo (esonero dopo circa due mesi) ho un bellissimo ricordo del mister: preparato, con passione e di grande lealtà d’animo. C’era una stima reciproca, lui ha cercato anche di portarmi al Sorrento qualche anno dopo. Sono contentissimo per quello che sta facendo a Napoli; sono fiero di averlo avuto come allenatore". Via l'album, su in soffitta, e cassetto che si apre piano piano. Ilsogno che fa cucù nel suo cuore è bello chiaro: "Fino a quando l'età mi permetterà di giocare, proverò a tornare in Serie B. L'ho già fatta eh – tra Mantova e Portogruaro – ma mai come avrei voluto. Se l'anno scorso fossi rimasto ad Ascoli sarei salito ma le strade si divisero prima del ripescaggio. Tornare in B sarebbe la chiusura del cerchio che vorrei". E se fosse con il Padova, ancora meglio no? "Così puoi dedicarti al tennis, finalmente" scherzo io. Cristian se la ride sotto quel suo ciuffo biondo, questo Duca all'ombra del Santo ha ancora tanta fame di gol.