Estratto Fonte: Francesco Cocchiglia per  IL MATTINO DI PADOVA


Che cosa scatta nella testa di un attaccante che non riesce ad andare a rete? Per capirlo, forse bisogna fare il percorso a ritroso. Per comprendere che cosa provi un bomber rimasto a secco per settimane, bisogna avere la percezione esatta di quali sensazioni sia in grado di regalargli il gol, il suo pane quotidiano. È il caso di Cristian Altinier, il capocannoniere del Padova con le polveri ora bagnate. Era l’11 dicembre scorso quando l’attaccante mantovano contro il Sudtirol siglava il 2-0, settima realizzazione personale in campionato.

[…]Lei come prova ad uscirne? «Preferisco sempre allenarmi e stare zitto. Purtroppo sono entrato in quella fase in cui la palla non ne vuole sapere di entrare, ma cerco di rimanere concentrato e di pensarci il meno possibile. È l’unica cosa che so fare, anche perché l’impegno e le prestazioni sto cercando di metterceli sempre, e davvero mi manca solo tornare a segnare». Meno male che domenica si torna all’Euganeo, dove finora ha segnato 5 dei suoi 7 gol stagionali. «L’anno scorso segnavo di più in trasferta, è vero; in questa stagione, invece, mi è capitato decisamente più spesso in casa. Credo sia solo un caso, alla fine il fattore campo esiste fino ad un certo punto. Tuttavia la speranza è che mi aiuti, per quanto poco, a sbloccarmi di nuovo». C’è da dire che qui non si parla solo di un attaccante, ma di una squadra intera che domenica scorsa a Forlì non è riuscita a buttarla dentro. «Purtroppo sono cose che accadono, e che a volte pure si ripetono. Cerchiamo di darvi una spiegazione, ma rimane uno dei misteri del calcio: a volte segni al primo tiro in porta, in altre circostanze non ne vuole proprio sapere di entrare. È una questione di cattiveria, sì, ma sino ad un certo punto. L’unico modo per migliorare è l’allenamento, cercare di buttare in porta ogni pallone che arriva anche durante la settimana. Noi ci stiamo provando, ci stiamo allenando bene, e vogliamo ritrovare reti e vittorie sin da subito. Anche perché abbiamo ormai una solidità difensiva importante, e se segniamo, per gli avversari è poi difficile recuperare».

Domenica ritrovate il Fano: la gara d’andata è dimenticata? «Un po’ brucia, ma con il tempo ci siamo ripresi alla grande e per questo in parte è stata superata. Devo essere onesto: il Fano quella sera mi fece un’ottima impressione, non avrei mai pensato di trovarlo ultimo. Però è così, quella volta facemmo una gran fatica e vogliamo rifarci. Domenica sarà anche il 29 gennaio, una data importante per la società. Più che ai miei gol, dobbiamo pensare alla prestazione generale e riuscire a fare un regalo al club e alla piazza, in nome della storia di questa maglia. Ci sono tutti gli ingredienti per il riscatto».