Fonte: Dimitri Canello per Corriere del Veneto

Il dubbio rimane, lui nega, ma alla fine dopotutto ai tifosi interessa soltanto che l’abbia buttata dentro. Cristian Altinier, ancora una volta, ha mostrato, se mai ce ne fosse il bisogno, quanto possa essere fondamentale la sua presenza in campo per il Padova: 45 minuti, un gol, un altro sfiorato, un terzo impedito da una selva di gambe che ne ha stoppato il tap-in vincente. Insomma, Padova e Altinier è un binomio che si rinnova e sabato contro il Forlì la speranza dei tifosi è che il centravanti mantovano possa timbrare ancora. «Non l’ho toccata di mano — ribadisce Altinier — e devo anche aggiungere che secondo me c’erano un paio di situazioni molto dubbie nell’area di rigore avversaria. Abbiamo creato tantissimo, alla fine rischiavamo pure la beffa e abbiamo portato a casa un pareggio che lascia l’amaro in bocca. Siamo all’inizio, ma i punti valgono già tanto e noi vogliamo subito riprendere la marcia sabato contro il Forlì». Altinier ha messo altri tre allenamenti nelle gambe, domani si lavorerà ancora a porte chiuse all’Euganeo, visto che Oscar Brevi ha deciso di blindare la seduta del giovedì al riparo da occhi indiscreti. Potrebbe essere arrivato il momento del debutto da titolare per la punta di diamante dell’attacco biancoscudato, 33 gol segnati nelle ultime due stagioni e una presenza imprescindibile per il reparto offensivo

L’impressione, poi, è che la presenza in campo del centravanti mantovano faccia bene a Neto Pereira e viceversa. Una coppia che lo scorso anno ha messo a segno ben 27 gol e un numero imprecisato di assist. «Con Neto mi trovo benissimo — spiega Altinier — giochiamo insieme dall’anno scorso ed è chiaro come sia più facile per noi due intenderci meglio. Vorrei anche aggiungere, però, che serve tempo ad Alfageme e a Germinale, che sono appena arrivati, per entrare negli schemi. Non si può pretendere tutto dopo una sola partita». Tra le avversarie, nessuno viaggia a vele spiegate sinora e Altinier sottolinea un aspetto importante e forse non sufficientemente chiaro: «Si è detto che abbiamo cambiato tanto rispetto all’anno scorso — dice — ma se si vanno a vedere le rose delle nostre avversarie, si nota che hanno fatto lo stesso. Parma e Venezia sono quasi tutte nuove, la Reggiana ha cambiato oltre mezza squadra, idem Pordenone e Bassano. Io non vedo una squadra ammazza-campionato. Noi abbiamo un obiettivo preciso, dobbiamo fare di tutto per raggiungerlo».