Conferenza stampa dell’ad Alessandra Bianchi, sulla piattaforma Zoom alla presenza dei giornalisti:

“Primo passo importante, stiamo dando un messaggio chiaro. Ma il cammino è lungo per tornare in campo. Se tutto il sistema deve ripartire, anche noi lo dobbiamo fare. La linea di ieri è la linea che abbiamo sempre portato avanti, ovvero di tornare a giocare. Siamo consapevoli che è il primo step di un cammino ancora lungo, aspettiamo con fiducia l’incontro con il ministro e poi definire un calendario per Serie A, Serie B e Serie C. Ovviamente prima la massima serie e poi a cascata il resto se l’esito sarà positivo”

Disputare solo playoff e playout? “Una delle proposte portate in assemblea di Lega era quella di giocare i playoff laddove possibile. Prima solo playoff, ora anche playout”

Altre Società? “Gia da prima dell’assemblea ci teniamo in contatto tra club, non è una posizione solo nostra, siamo in buona compagnia, auspichiamo che la nostra voce possa essere ulteriormente ascoltata per completare il campionato e avere un verdetto sul campo. La Lega Pro è arrivata con delle proposte tutte respinte. Questa situazione di emergenza ha evidenziato le anime eterogenee delle 60 squadre di C. Ci sono piazze maggiori con mezzi finanziari superiori che possono prendersi in carico il protocollo, e alcuni club più piccoli, ognuno ha la sua dignità, ma non si può negare che ci siano anime diverse. E’ innegabile e bisognerà considerarlo nel momento delle riforme”.

La posizione dei medici? “Quando il protocollo era più rigido, i medici parlavano di difficoltà, una volta semplificato invece sembra impossibile ripartire. Se è cosi impossibile ripartire ora, come sarà possibile ripartire con la stagione successiva a settembre? Temo che il virus sarà qualcosa con qui bisognerà per forza convivere. Da tempo abbiamo con lo staff medico analizzato i protocolli, nessuno ha voglia di partire in condizione di non sicurezza, mettendo a rischio la ripresa, noi siamo pronti e organizzati. Aspettiamo cosa succede il 28 , vanno convalidati i protocolli, in base a quello bisogna decidere quando fare le cose. Al momento non si può dire una data, penso ci sia la possibilità di organizzarci e concludere i campionati. Una delle opzioni è quella di considerare una fase finale di playoff con chi può rispettare i parametri sanitari. Se troppi club non riescono ad organizzarsi per il protocollo, i playoff risolverebbe almeno la criticità dei verdetti”.

Accordo con i calciatori? “L’accordo è stato preso appositamente a prescindere dall’esito della stagione, l’accordo c’è e rimane quello. Giocare fino al 20 agosto non sta ai singoli club, ma è la federazione a dover spiegare come comportarsi su prestiti e scadenza soprattutto. Non sarà negoziazione individuale”. 

Cassa integrazione per i giocatori fino ai 50 mila euro? “Abbiamo due tre situazione ai minimi federali, per i quali la cassa integrazione può essere uno strumento che non pregiudica i contratti piccoli, è un tema per noi abbastanza limitato, il decreto è uscito due giorni fa, ce lo stiamo leggendo con attenzione. E’ uno strumento che può aiutare i club”

Dimissioni Ghirelli dopo le 5 proposte rigettate? “Servono riflessioni, ma non nella figura del Presidente, non personalizzerei la questione, rispettiamo e teniamo in considerazione, ovvio che non si può fare finta di niente”

Serie B a 40 squadre? “La riforma del sistema è un tema sul tavolo da tanto tempo. In virtù dell’emergenza questo potrebbe essere il momento da sfruttare, visto il margine di discrezionalità della federazione nel determinare classifiche e conclusione campionati. Ci sono tante ipotesi sul tavolo, la Serie B a 40 è una di queste, bisogna ridurre il numero di club professionisti, perchè 100 sono troppi. Il semiprofessionismo e la defiscalizzazione permetterebbero a tanti club una agevolazione per stipendi di calciatori, dipendenti eccetera. E’ nella testa di tutti e nelle convinzioni di tutti, anche Ghirelli ha dato disponibilità nel sedersi ad un tavolo. Una B a 40 darebbe una sostenibilità a lungo termine, opportunità commerciali e diritti televisivi più elevati e una struttura snella e semplificata. Ha senso come soluzione e va presa in considerazione, la parola d’ordine, viste le risorse è semplificazione e riduzione. Nel momento in cui si mette mano al sistema, prima si mettono in pratica le nuove regole e meglio è, avere un periodo troppo lungo di incubazione non è efficiente in nessun caso. Detto questo, i tempi e il contenuto non lo possono decidere i club, noi possiamo solo suggerire in base alla nostra esperienza”