Estratto fonte: Padova Sport (a questo link il video completo)


Ospite di PdSport Flash, il ds del Padova Sean Sogliano ha toccato vari temi:

Lovato. É stata un’operazione che deve renderci orgogliosi, è stato il massimo completamente del percorso di un ragazzo partito dalle giovanili. Magari potesse capitare tutti gli anni di cedere un nostro giovane in A. É importante, anche se non facile, riuscire a portare i giovani del nostro settore giovanile in prima squadra. Stiamo lavorando in questa direzione, poi ci saranno ragazzi che si fermeranno in prima squadra e quelli che, se capita l’occasione, andranno via prima. Capisco che c’è stato poco tempo per affezionarsi a Lovato, ma l’occasione era troppo importante.

Plusvalenze. Le migliori in carriera? Gli anni a Verona hanno portato buone operazioni, con giocatori che stanno ancora in A o che hanno fatto bene come Iturbe, Gollini, Ionita, Fares… In serie C è molto più complicato, dobbiamo concentrarci più sul settore giovanile e sui risultati sul campo. In C si lavora diversamente che in A, ma il tempo che dedico al club è lo stesso.

Rivoluzione in attacco. Guardando gol fatti e subiti, la difesa ha fatto bene mentre se guardiamo la totalità dei gol fatti il dato è buono, ma hanno segnato tanti giocatori. La nostra valutazione è stata quella di cambiare due attaccanti, poi con l’arrivo di Mandorlini abbiamo cercato giocatori con altre caratteristiche. Nicastro? A gennaio sono trattative lampo, abbiamo cercato giocatori fortemente motivati, lui ha fatto bene anche in B. Per sue caratteristiche è duttile, poteva andare bene anche con il vecchio modulo. Ci tiene molto alla causa, ha le spalle larghe perchè ha giocato in piazze molto difficili, come Foggia. Ha gran carattere.

Progetto triennale. Tutti gli anni dobbiamo giocare al massimo, da come intendo io, parlando con la proprietà, il cosiddetto progetto triennale va letto come impegno da parte del presidente di prendersi cura, mantenere il comando e investire nel Calcio Padova, questa è la cosa più importante. Con Mandorlini c’è tutta la voglia di aprire un grande ciclo, è uno che vuole dare subito l’impronta anche quando subentra. Oggi però la cosa più importante è concentrarsi sul presente. Non sarà facile uscire da questa categoria, ma dovremo sporcarci per farlo il prima possibile.

Gabionetta. È una situazione nata male, è stato sfortunato lui che si è fatto male subito, le prime partite non potevano essere di un livello di condizione alta. Nel momento in cui stava un po’ meglio ha avuto una ricaduta. A Varese era ragazzino, è rimasto poco, è andato subito in B perchè era forte. Il rammarico è che quest’anno non ha mai avuto la condizione fisica

Milan. Dopo Verona, c’è stata l’opportunità di andare in un grande club, penso al Milan. Ho fatto scelte diverse, per come sono fatto io è più facile che vada a lavorare in una società che deve ripartire e aprire un ciclo piuttosto che in società importanti e di prestigio

Perchè Padova fatica a trovare spazio nel grande calcio? Difficile dire. Guardando gli ultimissimi anni, la stagione scorsa da un B conquistata così di rincorsa, tornare subito in C è stata dura. A livello psicologico una mazzata, capisco la tifoseria. Per uscire da questa categoria serve un ambiente caldo e unito, che influisce più dei giocatori in campo.

Il rapporto con la proprietà. Bianchi e Boscolo sono le persone con cui condivido più tempo, all’Alessandra non scappa niente come spese… Per me è una responsabilità, vedono in me una persona di calcio, loro vengono da settori diversi. Sono io che porto loro i problemi, dicendo che il calcio a volte ha logiche che sfuggono alla razionalità che uno più uno non fa sempre due.