Fonte: Calcio Padova C5


Uno dei capisaldi dell’offerta del Cacio Padova C5 è quello di permettere ai propri tesserati di Scuola Calcio e Settore Giovanile di crescere sportivamente secondo una formazione che possa essere integrativa e complementare a quella del calcio a 11. Non mancano in questo senso diverse storie positive e di successo (vedi tanti giocatori come Marcelo, Iniesta o Cristiano Ronaldo che hanno iniziato con il futsal), tuttavia è curioso conoscere anche l’esperienza di chi ha fatto il percorso inverso ed ha potuto apprezzare comunque le peculiarità del calcio a 5. La stagione 2014/2015 fu quella della rinascita del Calcio Padova, costretto a ripartire dalla Serie D dopo la mancata iscrizione nell’allora Lega Pro, di quella squadra (dominatrice indiscussa del torneo) faceva parte pure il classe ’95 Mattin Atai Najafi, calciatore che qualche anno fa ha iniziato a conoscere un nuovo mondo: “Ho giocato a calcio una vita viaggiando per diversi stati e continenti, però non ho avuto fortuna. In Italia ho fatto la Primavera al Vicenza e poi sono passato al Padova dove ho vinto un campionato, successivamente ho provato l’esperienza negli Stati Uniti ai Kokomo Mantis (League Two). La mia volontà al tempo era quella di tornare in Svezia ma non sono riuscito a trovare squadra quindi ho iniziato a lavorare e studiare, il calcio a casa mia è diverso rispetto rispetto a quello italiano, solo nella massima divisione sei effettivamente un professionista ed io non avevo le possibilità di inseguire quel sogno, di conseguenza ho ascoltato un amico e mi sono dedicato al futsal”.

Dispiace aver iniziato un’altra carriera rispetto a quella che ti eri prefissato? “Assolutamente no, è stato un amore a prima vista, il calcio a 5 è lo sport perfetto per me, gioco da 2 anni ed ho già collezionato qualche presenza in nazionale, con quest’ultima sto infatti affrontando le qualificazioni al prossimo Mondiale in Lituania. Posso dire di aver vissuto solamente un periodo delicato per via di un infortunio, ma io e la mia squadra (Borås AIK, una delle più importanti in Svezia) abbiamo fatto un bel torneo arrivando quarti nella Svenska Futsallingan, l’equivalente della vostra A/1”.

Cosa consiglieresti quindi ad un “piccolo” calciatore dopo aver vissuto entrambe le esperienze? “Io sono arrivato tardi nel mondo del calcio a 5 ma non posso che parlarne bene, una disciplina veramente formativa; se una ragazzo inizia sin da giovane ottiene dei maggiori miglioramenti a livello tecnico e di velocità d’esecuzione, se sai giocare a futsal poi sai giocare sicuramente anche a calcio, non è un caso che i giocatori brasiliani, tra i più forti al mondo, comincino quasi tutti così. A mio parere in ogni caso la scelta migliore sarebbe quella di fare un mix tra i due, si crescerebbe come un calciatore completo”.

Per concludere, ti piacerebbe confrontarti con il campionato italiano anche come giocatore di futsal? “Se ci fossero le giuste condizioni verrei di corsa, a Padova e in Italia mi sono trovato benissimo, sarebbe una bella esperienza”.